Ricorda: è fondamentale iniziare e terminare la tua pratica yoga con un rituale di protezione. Indipendentemente da cosa pratichi e dal tempo che ci investi. Deve essere chiaro, per il tuo corpo e per la tua mente, che quello spazio e quel tempo sono sacri, extra-ordinari, preziosi. Che il tuo corpo diviene un Tempio, nel quale trovare il tuo centro.
Chi prega sigilla pensieri e parole tra due segni della croce; oppure si purifica simbolicamente con dell’acqua e ringrazia con devozione portando il capo al suolo. Ciò che avviene nel mezzo è l’incontro col Divino. La stessa cosa succede quando pratichi yoga. Per questo ci deve essere qualcosa – un rito, appunto – che ti stacca dall’ordinarietà, ti ricorda di contattare quella Scintilla Divina che dimora in te e, attraverso questa, l’Assoluto.
Il rito iniziale che ti propongo mi è stato trasmesso dalla Maestra Gabriella Cella durante la formazione quadriennale in Yoga Ratna. Lo trovo magico e lo utilizzo in quelle occasioni in cui sento di aver bisogno di grande protezione e sostegno; magari perché desidero lavorare con energie sottili o semplicemente perché voglio essere sicura di isolare all’esterno della stanza di pratica qualsiasi forma di interferenza e negatività, anche di derivazione interiore.
Dikpala Namaskara, il rito di Saluto alle Direzioni
Questo rituale di protezione è descritto anche ne “Il Grande Libro dello Yoga” ma qui te lo propongo con due piccole varianti, secondo me molto significative:
- le invocazioni ripetute al plurale anziché al singolare, fanno leva sul fatto che siamo parte di “un tutto”; qualsiasi cosa facciamo per la nostra evoluzione, porta in qualche modo coscienza agli altri esseri e all’Universo intero, il quale, a sua volta, cospira per la nostra migliore evoluzione
- nell’iniziale invocazione a Cielo e Terra, compio un gesto di unione tra le due entità con le mani, che poi ritornano al cuore; questo serve a prendere consapevolezza del fatto che, in quanto esseri umani, siamo un po’ Cielo – cioè Spirito, Scintilla Divina – e un po’ Terra – cioè materia, carne – e che il nostro compito è di convivere con questa dualità, di metterla a frutto nel migliore dei modi
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Nel rituale di protezione e orientamento si parte rivolti ad EST con le mani giunte al cuore: qui sorge il Sole, da questo punto inizia simbolicamente la nostra nascita come Adepti e il nostro conseguente cammino verso la conoscenza. I piedi sono paralleli e distanti tra loro quando la misura di un piede. La rotazione di un quarto di giro avviene sul tallone destro e vi accorgerete che, in questo modo, al termine del rituale, avrete disegnato a terra una Svastica: un simbolo millenario positivo, di buon auspicio, che rappresenta l’energia del Sole, il moto dell’Universo, il potere Divino… Magnifico!

Ad Est si salutano CIELO e TERRA
O padre nostro Cielo, ascoltaci e rendici forti (mentre rivolgo i palmi delle mani in alto); o madre nostra Terra, ascoltaci e dacci sostegno (i palmi toccano terra).
Con tutti gli altri punti cardinali, si parte con le mani al cuore, che si sollevano unite fino al cielo e tornano durante la recita, toccando prima la fronte.
Si ruota un quarto di giro a destra e si saluta il SUD:
O spirito del Sud, possiamo noi percorrere il tuo sentiero della vita.
Si ruota un quarto di giro a destra e si saluta l’Ovest:
O spirito dell’Ovest, possiamo noi essere pronti per questo lungo viaggio
Si ruota un quarto di giro a destra e si saluta il Nord:
O spirito del Nord, purificaci con i tuoi venti pulitori
Si ruota un quarto di giro a destra e si saluta l’Est:
O spirito dell’Est, trasmettici la tua saggezza.
Alla fine di ogni frase possiamo aggiungere, se lo desideriamo, un saluto/ringraziamento in sanscrito, che invoca le energie delle rispettive direzioni: Svarga Sharanam (Cielo), Bhumi Sharanam (Terra), Dakshina Sharanam (Sud), Pashimi Sharanam (Ovest), Uttara Sharanam (Nord), Purva Sharanam (Est).
Segui il video perché i gesti ti risultino più chiari.