LE FASI PRINCIPALI DELLA PRATICA DI YOGA NIDRA

17 Feb 2017 | Yoga Nidra

Perché una pratica possa definirsi Yoga Nidra devono susseguirsi in un determinato ordine alcune tecniche sostanziali; la mancanza di uno di questi passaggi fa sì che la pratica resti comunque una valida meditazione o visualizzazione guidata, ma non uno Yoga Nidra. Possiamo rinunciare, ad esempio al punto numero 5 (Risveglio di sensazioni opposte) ma non al Sankalpa, alla Rotazione della Coscienza, al Conteggio dei cicli del respiro.

Ecco le fasi principali dello Yoga Nidra

  1. Rilassamento di base: si inizia a rilassare il corpo attraverso la consapevolezza delle parti maggiori, delle parti in contatto sulla terra, del respiro, dell’ascolto dei suoni dai più lontani ai più vicini.
  2. Sankalpa o Proposito: capitolo importantissimo, perché getta il seme del cambiamento, lo approfondiamo in questo articolo.
  3. Rotazione della Coscienza, oggi attraverso la mindfulness più conosciuta come body scan: attiva e rilassa il corpo e la corteccia sensitivo-motoria; tutte le parti del corpo che vengono nominate attivano delle precise aree cerebrali che aumentano la percezione del rilassamento; si procede con un ritmo abbastanza veloce proprio perché la mente “accarezzi dolcemente” le zone (corporee e cerebrali) senza soffermarsi su di esse. Osservando una immagine dell’omuncolo sensitivo-motore, dovrebbe apparire ancora più chiara la funzione di questa tecnica e l’importanza di citare ogni singolo dito delle mani e dei piedi, nonché la lingua, il palato, le labbra e le arcate dentali, che occupano grandi spazi della corteccia cerebrale. Se si desidera proporre una rotazione estremamente profonda, può essere utile citare addirittura ogni falange e l’unghia di ogni dito delle due mani. Con questa tecnica si torna ad “abitare” il proprio corpo e a prendersene cura.

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  1. Consapevolezza del respiro e conto alla rovescia: l’attenzione alla respirazione rende più profondi il rilassamento e la concentrazione, risveglia nuove energie e le indirizza verso ogni cellula del corpo; il conto alla rovescia permette di vigilare sulla presenza mentale e può partire da 54, 27, 15, 8… a seconda del tempo che si vuole dedicare a questa parte. Rimanere presenti al respiro con la mente attiva porta in uno stato di profonda pace.
  2. Risveglio di sensazioni opposte (pesante/leggero, caldo/freddo): tecnica importantissima per armonizzare i due emisferi cerebrali opposti, avere accesso a quelle funzioni che normalmente sono inconsce, rilassare le tensioni emotive; l’obiettivo è il superamento della concezione dualistica della realtà (concezione assolutamente indispensabile per la conoscenza di questo mondo ma che, generando separazione tra la nostra energia e quella universale, crea anche molta sofferenza).
  3. Visualizzazioni: per indurre il rilassamento mentale, viene richiesto di visualizzare alcune immagini; la pratica della visualizzazione produce consapevolezza del Sé e porta ad uno stato di concentrazione e/o meditazione, sviluppando l’intuizione.
  4. Sankalpa o Proposito (in questa fase la mente è molto più ricettiva e quindi viene di nuovo ripetuto il proposito positivo).
  5. Conclusione e risveglio lento; si può anche concludere portandosi in posizione meditativa recitando un Mantra o l’Humming.

 

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